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Lesioni osteocondrali di caviglia

Il termine “lesione osteocondrale” si riferisce ad un’alterazione patologica che interessa la cartilagine articolare della caviglia con possibile interessamento anche dell’osso subcondrale dell’astragalo. Le cause sono prevalentemente dovute a traumi o microtraumi ripetuti nel tempo; in casi meno frequenti le origini possono essere collegate a problemi vascolari o difetti di sviluppo.

Questo tipo di lesioni risultano piuttosto frequenti in chi svolge attività sportive ed è potenzialmente soggetto a traumi distorsivi e a lesioni da impatto. Sono riscontrate in un numero consistente di pazienti, indipendentemente dall’età, e possono causare una limitazione funzionale dell’articolazione della caviglia.

SINTOMI

Il paziente affetto da lesione osteocondrale lamenta un dolore diffuso alla caviglia che tende a manifestarsi durante o dopo l’attività sportiva o nella fase di carico (come dopo una camminata o un prolungato “stare in piedi”). Talvolta il dolore può essere accompagnato da gonfiore e limitazione articolare. Generalmente la patologia può essere diagnosticata tramite risonanza magnetica o TAC, che permettono di identificare la sede e la dimensione della lesione.

TRATTAMENTO E TEMPI DI RECUPERO

Il primo approccio a una lesione osteocondrale è solitamente il trattamento conservativo basato su una terapia farmacologica, che prevede la somministrazione di antidolorifici, su una terapia fisica ed eventualmente valutare l’immobilizzazione della caviglia. In aggiunta si può procedere con trattamenti infiltrativi, quali acido ialuronico o cellule mesenchimali. L’acido ialuronico ha un’azione lubrificante nell’articolazione diminuendo la sintomatologia. Le cellule mesenchimali, solitamente prelevate dalla cresta iliaca o dal proprio grasso (cellule adipose) abbinano a un’azione antinfiammatoria un’azione rigenerativa, essendo cellule con potenziale condrogenico (ovvero di differenziazione in senso cartilagineo).

Tuttavia, nella maggior parte dei casi il trattamento conservativo non è efficace nel ridurre la sofferenza del paziente e le limitazioni funzionali derivanti dalla patologia. Pertanto è utile valutare una soluzione chirurgica al problema.

INTERVENTO CHIRURGICO

Esistono diverse tecniche chirurgiche che possono essere eseguite in artroscopia (chirurgia mininvasiva) o con la tecnica tradizionale a “cielo” aperto, ovvero mediante una piccola incisione. La scelta della tecnica più opportuna è legata alla zona della lesione e alla sua dimensione. Oggi, grazie alle nuove tecniche e i nuovi strumenti, sono sempre di più le lesioni che possono essere trattate in maniera completamente artroscopica. L’obiettivo della riparazione è di ottenere un tessuto più simile possibile alla cartilagine originale. Questo è possibile in due modi: o prelevandolo da un'altra sede cartilaginea (auto-trapianto) oppure, come nella maggior parte dei casi, facendo fuoriuscire cellule mesenchimali dall’osso sottostante. Le cellule mesenchimali sono cellule staminali con potenziale condrogenico e osteogenico. Questo vuol dire che, a seconda degli stimoli che ricevono, possono trasformarsi in osso o cartilagine. Le tecniche che utilizzano queste cellule prevedono l’uso di una membrane. Questa ha il compito di intrappolare al suo interno la cellula mesenchimale e permettergli di differenziarsi in senso condrogenico (cartilagine). Per definire la tipologia di operazione migliore è necessario fare una valutazione specialistica con il chirurgo che, sulla base della clinica e degli esami (Rx, RMN e/o TAC), valuterà la miglior strategia a seconda del tipo di lesione.

I tempi di recupero sono molti variabili sia rispetto alla tecnica chirurgica richiesta, sia rispetto all’eventuale interessamento del tessuti ossei o legamentosi. Nel periodo post operatorio è utilizzato un tutore per 2 settimane mantenendo la caviglia senza carico per 1 mese. Generalmente si può tornare a svolgere attività sportiva nell’arco di 4-5 mesi.

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Il Prof. Guelfi, dopo una visita specialistica, sarà in grado di valutare l’entità della lesione e seguirti nel percorso chirurgico o riabilitativo. Per un consulto puoi richiedere un appuntamento in uno degli centri medici dove il Prof. Guelfi riceve i suoi pazienti, a Genova, Savona, Alessandria o Pescara.